A le gatte de lo spedale di S. Anna (*) di Torquato Tasso
Come ne l'ocean, s'oscura e 'nfesta procella il rende torbido e sonante, a le stelle onde il polo è fiammeggiante stanco nocchier di notte alza la testa,
così io mi volgo, o bella gatta, in questa fortuna avversa a le tue luci sante, e mi sembra due stelle aver davante che tramontana sian ne la tempesta.
Veggio un'altra gattina, e veder parmi l'Orsa maggior con la minore: o gatte, lucerne del mio studio, o gatte amate,
Se Dio vi guadi da le bastonate, se 'l ciel voi pasca di carne e di latte, fatemi luce a scriver questi carmi.
______________ (*) Santa Anna era un ospedale-carcere di Ferrara dove il Tasso fu rinchiuso dagli Estensi per 7 anni come pazzo.
Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato; ritira le unghie nelle zampe, lasciami sprofondare nei tuoi occhi in cui l'agata si mescola al metallo.
Quando le mie dita carezzano a piacere la tua testa e il tuo dorso elastico e la mia mano s'inebria del piacere di palpare il tuo corpo elettrizzato, vedo in ispirito la mia donna.
Il suo sguardo, profondo e freddo come il tuo, amabile bestia, taglia e fende simile a un dardo, e dai piedi alla testa un'aria sottile, un temibile profumo ondeggiano intorno al suo corpo bruno. Charles Baudelaire Il gatto"
Ode al gatto di Pablo Neruda Gli animali furono imperfetti, lunghi di coda, plumbei di testa. Piano piano si misero in ordine, divennero paesaggio, acquistarono nèi, grazia, volo. Il gatto, soltanto il gatto apparve completo e orgoglioso: nacque completamente rifinito, cammina solo e sa quello che vuole.
L'uomo vuol essere pesce e uccello, il serpente vorrebbe avere le ali, il cane è un leone spaesato, l'ingegnere vuol essere poeta, la mosca studia per rondine, il poeta cerca di imitare la mosca, ma il gatto vuole essere solo gatto ed ogni gatto è gatto dai baffi alla coda, dal fiuto al topo vivo, dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.
Non c'è unità come la sua, non hanno la luna o il fiore una tale coesione: è una sola cosa come il sole o il topazio, e l'elastica linea del suo corpo, salda e sottile, è come la linea della prua di una nave. I suoi occhi gialli hanno lasciato una sola fessura per gettarvi le monete della notte.
Oh piccolo imperatore senz'orbe, conquistatore senza patria, minima tigre da salotto, nuziale sultano del cielo delle tegole erotiche, il vento dell'amore all'aria aperta reclami quando passi e posi quattro piedi delicati sul suolo, fiutando, diffidando di ogni cosa terrestre, perché tutto è immondo per l'immacolato piede del gatto.
Oh fiera indipendente della casa, arrogante vestigio della notte, neghittoso, ginnastico ed estraneo, profondissimo gatto, poliziotto segreto delle stanze, insegna di un irreperibile velluto, probabilmente non c'è enigma nel tuo contegno, forse sei mistero, tutti sanno di te ed appartieni all'abitante meno misterioso, forse tutti si credono padroni, proprietari, parenti di gatti, compagni, colleghi, discepoli o amici del proprio gatto.
Io no. Io non sono d'accordo. Io non conosco il gatto. So tutto, la vita e il suo arcipelago, il mare e la città incalcolabile, la botanica, il gineceo coi suoi peccati, il per e il meno della matematica, gl'imbuti vulcanici del mondo, il guscio irreale del coccodrillo, la bontà ignorata del pompiere, l'atavismo azzurro del sacerdote, ma non riesco a decifrare il gatto. Sul suo distacco la ragione slitta, numeri d'oro stanno nei suoi occhi.
[parlato] Lona che pensi? Lo sento che pensi a qualcosa. Non sono violento. Non ci ho niente da dimostrare io. Te lo sei inventata tu che ero il padrone... io non sono violento. La dovevi smettere di chiedere... è tutto lì. Ecco cosa dovevi fare... Chiedere, sempre chiedere!... E poi tu chiedi male... cioè, è quel chiedere e non chiedere, avere paura... ferita, ecco, sempre ferita, con quegli occhi lì... Guardala! Non c'è niente di peggio di chi ci resta male. Di tutti i modi di chiedere è il più tremendo. Meglio che uno dica: " voglio, voglio, voglio ", come (abbaia) mica (guaisce). Fai la vittima, eh? E quando fai la vittima credi di essere remissiva, e invece sei violenta. Ecco, si, sei tu che sei violenta. Eh, si. Perché, la violenza si fa solo col fucile? E la violenza non aggressiva? E la violenza docile? La violenza di chi non può essere abbandonato, di chi non ce la fa a star sola e fa quella faccia lì, quegli occhi lì che conosco a memoria, che fa finta di dire " tu puoi anche andartene via... " Non è vero, non è vero che esistono due possibilità. Io ce ne ho una sola... E questa è violenza. Non posso andar via perché mi ricatti, mi ricatti col tuo dolore assurdo!... Scusa... Mi ricatti con l'amore, col tuo grande amore. A me non mi fa niente bene essere amato molto. Almeno così. Dammi retta, appena uno ti ama così scappa. Non è mica gratis. E pensare che c'è chi si lamenta perché non è amato. Ma essere amato allora? È una cambiale... prima o poi la paghi. Una cambiale a scadenza indeterminata, ma che incombe... Un incubo. Mi piacerebbe essere un camionista coi vetri tappezzati di cani e di donne... Ma lì, solo lì, per guardarli prima di dormire. Insomma, si fa per dire... Non ti offendere, Lona, non l'ho detto per te. Certo, certo. Se ci avessi avuto un camion ti avrei portato con me.
E poi mi ricordo che senza un preciso ricordo rivedevo gli amici come un convalescente camminando in posto affollato e un po' assurdo con la faccia di uno che ne ha passate tante e il mio orecchio un po' sordo, un po' assente, registrava le parole di un amico che mi raccontava
tutto quello che era successo quando non c'ero. Statistica di coppia: sopravvissuti zero. [ Lona Lyrics on http://www.lyricsmania.com/ ] L'inizio su googlo Gaber Lona
Epitaffio fatto incidere dal celebre poeta inglese George Byron sulla tomba del suo amatissimo cane, un terranova di nome Boatswain (Nostromo), morto di rabbia.
Qui sono sepolti i resti di chi possedeva bellezza senza vanità forza senza insolenza coraggio senza ferocia e tutte le virtù dell’uomo senza i suoi vizi
A le gatte de lo spedale di S. Anna (*) di Torquato Tasso
RispondiEliminaCome ne l'ocean, s'oscura e 'nfesta
procella il rende torbido e sonante,
a le stelle onde il polo è fiammeggiante
stanco nocchier di notte alza la testa,
così io mi volgo, o bella gatta, in questa
fortuna avversa a le tue luci sante,
e mi sembra due stelle aver davante
che tramontana sian ne la tempesta.
Veggio un'altra gattina, e veder parmi
l'Orsa maggior con la minore: o gatte,
lucerne del mio studio, o gatte amate,
Se Dio vi guadi da le bastonate,
se 'l ciel voi pasca di carne e di latte,
fatemi luce a scriver questi carmi.
______________
(*) Santa Anna era un ospedale-carcere
di Ferrara dove il Tasso fu rinchiuso dagli
Estensi per 7 anni come pazzo.
Cortesemente segnalata da Alessandra
Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato;
RispondiEliminaritira le unghie nelle zampe,
lasciami sprofondare nei tuoi occhi
in cui l'agata si mescola al metallo.
Quando le mie dita carezzano a piacere
la tua testa e il tuo dorso elastico e la mia mano
s'inebria del piacere di palpare il tuo corpo elettrizzato,
vedo in ispirito la mia donna.
Il suo sguardo, profondo e freddo come il tuo, amabile bestia,
taglia e fende simile a un dardo, e dai piedi alla testa
un'aria sottile, un temibile profumo
ondeggiano intorno al suo corpo bruno.
Charles Baudelaire Il gatto"
Ode al gatto di Pablo Neruda
RispondiEliminaGli animali furono
imperfetti, lunghi
di coda, plumbei
di testa.
Piano piano si misero
in ordine,
divennero paesaggio,
acquistarono nèi, grazia, volo.
Il gatto,
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso:
nacque completamente rifinito,
cammina solo e sa quello che vuole.
L'uomo vuol essere pesce e uccello,
il serpente vorrebbe avere le ali,
il cane è un leone spaesato,
l'ingegnere vuol essere poeta,
la mosca studia per rondine,
il poeta cerca di imitare la mosca,
ma il gatto
vuole essere solo gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda,
dal fiuto al topo vivo,
dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.
Non c'è unità
come la sua,
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione:
è una sola cosa
come il sole o il topazio,
e l'elastica linea del suo corpo,
salda e sottile, è come
la linea della prua di una nave.
I suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola
fessura
per gettarvi le monete della notte.
Oh piccolo
imperatore senz'orbe,
conquistatore senza patria,
minima tigre da salotto, nuziale
sultano del cielo
delle tegole erotiche,
il vento dell'amore
all'aria aperta
reclami
quando passi
e posi
quattro piedi delicati
sul suolo,
fiutando,
diffidando
di ogni cosa terrestre,
perché tutto
è immondo
per l'immacolato piede del gatto.
Oh fiera indipendente
della casa, arrogante
vestigio della notte,
neghittoso, ginnastico
ed estraneo,
profondissimo gatto,
poliziotto segreto
delle stanze,
insegna
di un
irreperibile velluto,
probabilmente non c'è
enigma
nel tuo contegno,
forse sei mistero,
tutti sanno di te ed appartieni
all'abitante meno misterioso,
forse tutti si credono
padroni,
proprietari, parenti
di gatti, compagni,
colleghi,
discepoli o amici
del proprio gatto.
Io no.
Io non sono d'accordo.
Io non conosco il gatto.
So tutto, la vita e il suo arcipelago,
il mare e la città incalcolabile,
la botanica,
il gineceo coi suoi peccati,
il per e il meno della matematica,
gl'imbuti vulcanici del mondo,
il guscio irreale del coccodrillo,
la bontà ignorata del pompiere,
l'atavismo azzurro del sacerdote,
ma non riesco a decifrare il gatto.
Sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d'oro stanno nei suoi occhi.
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Un pò lunga ma efficace,mi fa sentire un... gatto!
RispondiEliminaCiao
[parlato] Lona che pensi? Lo sento che pensi a qualcosa. Non sono violento. Non ci ho niente da dimostrare io. Te lo sei inventata tu che ero il padrone... io non sono violento. La dovevi smettere di chiedere... è tutto lì. Ecco cosa dovevi fare...
RispondiEliminaChiedere, sempre chiedere!... E poi tu chiedi male... cioè, è quel chiedere e non chiedere, avere paura... ferita, ecco, sempre ferita, con quegli occhi lì... Guardala!
Non c'è niente di peggio di chi ci resta male. Di tutti i modi di chiedere è il più tremendo. Meglio che uno dica: " voglio, voglio, voglio ", come (abbaia) mica (guaisce).
Fai la vittima, eh? E quando fai la vittima credi di essere remissiva, e invece sei violenta. Ecco, si, sei tu che sei violenta. Eh, si. Perché, la violenza si fa solo col fucile? E la violenza non aggressiva? E la violenza docile? La violenza di chi non può essere abbandonato, di chi non ce la fa a star sola e fa quella faccia lì, quegli occhi lì che conosco a memoria, che fa finta di dire " tu puoi anche andartene via... "
Non è vero, non è vero che esistono due possibilità. Io ce ne ho una sola... E questa è violenza. Non posso andar via perché mi ricatti, mi ricatti col tuo dolore assurdo!...
Scusa... Mi ricatti con l'amore, col tuo grande amore.
A me non mi fa niente bene essere amato molto. Almeno così. Dammi retta, appena uno ti ama così scappa. Non è mica gratis. E pensare che c'è chi si lamenta perché non è amato. Ma essere amato allora? È una cambiale... prima o poi la paghi. Una cambiale a scadenza indeterminata, ma che incombe... Un incubo.
Mi piacerebbe essere un camionista coi vetri tappezzati di cani e di donne... Ma lì, solo lì, per guardarli prima di dormire. Insomma, si fa per dire... Non ti offendere, Lona, non l'ho detto per te. Certo, certo. Se ci avessi avuto un camion ti avrei portato con me.
E poi mi ricordo
che senza un preciso ricordo
rivedevo gli amici come un convalescente
camminando in posto affollato e un po' assurdo
con la faccia di uno che ne ha passate tante
e il mio orecchio un po' sordo, un po' assente, registrava
le parole di un amico che mi raccontava
tutto quello che era successo
quando non c'ero.
Statistica di coppia:
sopravvissuti zero.
[ Lona Lyrics on http://www.lyricsmania.com/ ]
L'inizio su googlo Gaber Lona
Epitaffio fatto incidere dal celebre poeta inglese George Byron sulla tomba del suo amatissimo cane,
RispondiEliminaun terranova di nome Boatswain (Nostromo),
morto di rabbia.
Qui sono sepolti i resti
di chi possedeva bellezza senza vanità
forza senza insolenza
coraggio senza ferocia
e tutte le virtù dell’uomo senza i suoi vizi
George Byron